Nulla come l’imperversare del coronavirus ci ha messo di fronte all’abitare domestico come tema da ripensare anche radicalmente. Abbiamo nelle nostre abitazioni un ambiente e gli strumenti adeguati per un eventuale lavoro in remoto prolungato, unendo le funzioni primarie dell’abitare?
Possiamo sfruttare l’occasione per superare la casa-banale? Quella che da decenni si replica senza ricerca tipologica in una sequenza fissa ingresso soggiorno angolo-cottura disimpegno bagno zona notte, ripetendo la formula (zona giorno e zona notte, bagni, con spazi comuni e distribuzione pari a zero) semplicemente variandoli nelle dimensioni e finiture a seconda del budget a disposizione? Sono queste le case in cui la maggior parte dei degli smartworker sta testando in questi mesi del proprio vivere il lavoro-casa?
La specializzazione della casa ormai non è sola funzione residenziale ed è urgente un nuovo e diverso modello: nuovi pensieri e relazioni tra residenti, nuove contaminazioni. Senza schemi rigidi
Un modello che in Olanda stà rivoluzionando la scena immobiliare è il superloft: un alto standard abitativo, che i singoli utenti adattano alle proprie esigenze. Ogni residente risulta così artefice del proprio ambiente e avverte al meglio il senso della proprietà e dell’appartenenza a una comunità, vivendo la vita contemporanea.