Secondo gli scienziati, il periodo tra luglio 2023 e giugno 2024 ha stabilito un nuovo record come l’anno più caldo mai registrato. L’analisi del Copernicus Climate Change Service (C3S) ha rilevato che la temperatura media globale in questo periodo è stata di 1,64 gradi Celsius superiore ai livelli preindustriali (1850-1900).
Si tratta di un dato preoccupante, seppur non inaspettato, che evidenzia la continua intensificazione del riscaldamento globale. Nonostante gli impegni assunti dai leader mondiali di limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi entro la fine del secolo (obiettivo da intendersi come media decennale, non annuale), questo nuovo record sottolinea come il caldo estremo stia già esponendo un numero crescente di persone a condizioni climatiche pericolose.
Inoltre, un aumento sostenuto delle temperature oltre questa soglia aumenta il rischio di eventi climatici estremi e potenzialmente catastrofici.
Un trend inesorabile, non un’anomalia
Questi dati non rappresentano un’anomalia statistica, bensì un “grande e continuo cambiamento” del clima terrestre.
“Anche se questa specifica serie di eventi estremi avrà termine ad un certo punto è inevitabile che nuovi record vengano infranti man mano che il pianeta continua a scaldarsi, a meno che non si ponga fine all’emissione di gas serra nell’atmosfera e negli oceani.”
Dati satellitari confermano il trend
L’analisi del C3S, che si avvale di miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aeromobili e stazioni meteorologiche, ha rilevato che giugno 2024 è stato il mese più caldo mai registrato, nonché il dodicesimo consecutivo con temperature superiori a 1,5°C rispetto alla media tra il 1850 e il 1900.
È importante sottolineare che, a causa di minime differenze nei dati di alcune agenzie climatiche, l’arco temporale di 12 mesi con temperature superiori a 1,5°C potrebbe non essere confermata da tutti gli enti.
Tuttavia, il trend generale di riscaldamento è inequivocabile e rappresenta una grave minaccia per il pianeta e le sue popolazioni.
Conseguenze devastanti per ecosistemi e biodiversità
L’aumento delle temperature ha un impatto drammatico sugli ecosistemi, con alcune aree più vulnerabili di altre.
L’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha stimato che un riscaldamento di 1,5 gradi porterà alla morte del 70-90% delle barriere coralline tropicali, mentre un aumento di 2 gradi le cancellerebbe quasi completamente.
La situazione è critica e richiede un’azione immediata e concertata a livello globale per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. La tutela del pianeta e del futuro dell’umanità dipendono da azioni concrete e tempestive.