Come sarà la casa del (prossimo) futuro? in che modo la tecnologia potrebbe rivoluzionare il mondo delle costruzioni nel corso dei prossimi cento anni?

Lo indica il Living Report Future, analisi redatta da scienziati, accademici e futurologi. Nel rapporto gli esperti parlano di case stampate in 3D con materiali riciclabili, di grattacieli costruiti con nanotubi di carbonio o di diamanti così alti da far sembrare piccola la Torre Khalifa di Dubai. Ma ci saranno anche rivoluzionari earth-scrapers, ossia “grattaterra”, tunnel sotterranei di 25 piani sviluppati in profondità per offrire nuovi spazi abitabili oggi inimmaginabili. E, ancora, città sott’acqua, pareti mobili per appartamenti flessibili, dove all’aggiunta di scaffalature o stanze si provvederà schiacciando un bottone. Maggie Aderin-Pocock, coautore del rapporto commissionato da Samsung SmartThings , insieme a Arthur Mamou-Mani e Toby Burgess, architetti e docenti universitari di Westminster, e agli urbanisti Linda Aitken e Els Leclercq, hanno detto che se le nostre vite oggi sono quasi irriconoscibili rispetto a un secolo fa, i cambiamenti a cui assisteremo nel prossimo saranno altrettanto radicali. Alcuni di questi nuovi modi di vivere sono già delineati, mentre altri sembrano altamente improbabili.

Appartamenti e uffici personalizzabili e flessibili
I nostri edifici e gli interni si trasformeranno in spazi iper-flessibili: le stanze assolveranno a più funzioni grazie a pareti, pavimenti, soffitti con tecnologie incorporate che permetteranno di cambiare posizione a seconda dell’attività richiesta, per esempio la camera da letto diventa più piccola per fare spazio al soggiorno quando si ricevono ospiti. Ikea ha avviato un progetto per la produzioni di pareti mobili, ma qui si parla anche di muri intelligenti capaci di cambiare forma in 3D utilizzando piccoli attivatori che spingono e allungano una pelle flessibile per creare sedili o ripiani. Questi elementi delle nostre case saranno collegati a dispositivi indossabili per essere gestiti in unmodo molto simile a quello delle app.
Anche gli edifici saranno in grado di adattarsi alle esigenze dei suoi abitanti e dell’ambiente esterno. Sulla base di sensori e interfacceutente, si apriranno dei terrazzamenti o tettoie per far atterrare i droni o la modifica della geometria in base alla temperatura esterna. Un principio simile, ma ovviamente meno tecnologico si ritrova nel progetto delle Al Bahr Towers di Abu Dhabi, dove il concetto di mashrabiya (un tipo di grata in legno diffusa nell’architettura islamica) è reinterpretato in una serie di elementi dalla forma ad ombrello che si aprono e si chiudono in risposta ai movimenti del sole.

Materiali autopulenti e autorigeneranti
Ci sono tecniche come la biomimetica, lo studio dei processi biologici e biomeccanici della natura, che studia nuove soluzioni, come ad esempio lo spray impermeabilizzante Superhydrophobic che imita su scala molecolare il meccanismo attivato dal fiore di loto per respingere le gocce di acqua. Altri studi si sono cocnetrati sui trattamenti delle superfici con le nanotecnologie, talmente diffusi in futuro da ridefinire completamente le attività di manutenzione e pulizia.
L’inserimento di batteri produttori di calcare, come Bacillus pseudofirmus o Sporosarcina pasteurii, all’interno di calcestruzzo per suturare ed arginare  eventuali crepe: capaci di rimanere inerti fino a 200 anni. Si potrebbero attivare solo quando pioggia o umidità interferiscono in modo consistente nelle facciate degli edifici.Un prodotto di questo genere può aumentare di molto la sicurezza degli immobili e diminuirne al tempo stesso i costi di manutenzione.

Costruire verso l’alto

Le ricerche nei materiali da costruzione hanno compiuto grandi progressi tanto da ipotizzare una possibile sostituzione dei rinforzi negli edifici con il cemento composito di nanotubi di carbonio 16 volte più forte rispetto all’acciaio. Mentre i nanotubi di diamante aggregati sostituiranno i cavi di acciaio grazie a una resistenza 100 volte superiore per un sesto del peso. Le attività di costruzione saranno sempre più automatizzate, con operai e gru sostituiti da bracci robotici mobili e droni telecomandati e permetteranno di progettare strutture sempre più alte. Intere città potrebbero essere innalzate all’interno di mega-strutture verticali con case prefabbricate su piattaforme sopraelevate e collegate da autostrade e vie pedonali. Saranno sospesi nel vuoto, anche interi centri commerciali, bar, ristoranti e parchi. La Kingdom Tower in costruzione a Gedda, città costiera dell’Arabia Saudita, con la sua probabile altezza di oltre mille metri e il 157esimo piano fatto a terrazza dovrebbe dare un’idea semplificata di un futuro ancora remoto. Perché un nuovo tipo di drone-autovettura volerà direttamente ai diversi livelli alti edifici e la strada si estenderà su un piano verticale. Può darsi quindi che i grattacieli potrebbero non avere più bisogno, o solo in parte, di impianti di risalita; questo è un dettaglio che potrebbe cambiare profondamente l’architettura d’interni con piani totalmente open space. La facciata dell’edificio sarà completamente rimodellata.

Abitare in profondità
Alla colonizzazione del cielo seguirà quella della parte più interna della terra con strutture sotterranee multilivello. E se sperate che ciò possa avverarsi fra moltissimi anni, il progetto di un grattacielo a forma di piramide azteca rovesciata di 65 piani per 304 metri presentato dallo studio messicano BNKR Arquitectura per la piazza principale di Città del Messico, non lascia illusioni in merito. In fondo, l’interno della struttura svuotata come pozzo di luce naturale e una ventilazione non è una novità, ma una tecnica utilizzata nell’antico palazzo greco di Cnosso a Creta. E che dire dei super basements di Londra? È la nuova moda delle case super lusso di Kensington o Chelsea dove gli oligarchi per massimizzare l’investimento e triplicare l’estensione della proprietà fanno costruire dei bunker dotati di sala cinema, campo pratica per il golf, camere da letto e cucina. Costruire verso il basso riduce i consumi energetici perché si sfruttano le naturali proprietà isolanti del suolo.