Il mercato dei mutui gode ancora dell’onda fortunata che lo scorso anno ha letteralmente ribaltato i numeri di anni di cali e sofferenze nel comparto del credito.
I mutui destinati all’acquisto di immobili continuano a crescere registrando aumenti a doppia cifra e l’Istat certifica la ripresa del mattone con bel + 17% delle compravendite rilevate nel 2016.
Le condizioni favorevoli dell’offerta, che ha beneficiato della politica monetaria fortemente espansiva, le politiche di erogazione più prudenti e la maggiore trasparenza e regolamentazione della normativa che hanno migliorato la qualità del credito, ma soprattutto i bassi tassi che riducono il costo del denaro preso in prestito, hanno concorso al raggiungimento di questi numeri.
La ripresa dei mutui destinati all’acquisto si accompagna a una crescita degli importi richiesti (120.000 euro in media) e delle durate contrattuali, (25 anni).
Si registra l’alta quota di acquisti finanziati dai mutui. Si stima che i mutui continueranno a crescere nel prossimo biennio, consolidando i segnali di ripresa in atto. Il credito troverà sostegno nel miglioramento delle condizioni economico-finanziarie delle famiglie e in politiche di offerta ancora favorevoli, grazie agli stimoli di politica monetaria della Bce”.
Secondo il sondaggio congiunturale condotto da Banca d’Italia, Tecno-borsa e Agenzia delle Entrate sul mercato delle abitazioni in Italia nel primo trimestre 2017, sono ulteriormente migliorate le condizioni della domanda rispetto allo stesso periodo del 2016: i potenziali acquirenti e gli incarichi a vendere sono aumentati e i tempi di vendita si sono ridotti. Resta prevalente la quota di acquisti finanziati da mutui, che continuano a coprire oltre il 70% del valore dell’immobile.
Tutti gli operatori del settore immobiliare hanno espresso un maggiore ottimismo sulle prospettive per i prossimi due anni del mercato immobiliare locale e nazionale.
Si consolida il miglioramento delle condizioni della domanda.
Il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è lievemente aumentato, riflettendo il rialzo nelle aree urbane e metropolitane, cui si è contrapposta la riduzione in quelle non urbane. I tempi di vendita si sono ridotti da 7,7 mesi a 7,1.
Il rapporto fra prestito e valore dell’immobile si è collocato su valori analoghi a quelli del periodo precedente (73,3%, da 75,5%), risultando lievemente più elevato nelle aree non urbane (75,1%).
Si sono riscontrate maggiori pressioni al ribasso sui canoni ma sono migliorate le attese sul trimestre in corso. La quota di operatori che hanno dichiarato di aver locato almeno un immobile è rimasta su valori comparabili a quelli dell’indagine di gennaio (82,8, da 83,2); valori più bassi sono stati riscontrati nel Nord Ovest, mentre il mercato è risultato più dinamico nel Nord Est e nelle aree non urbane del Centro.
Il margine medio di sconto rispetto alle richieste iniziali del locatore si è ridotto a 4,8 punti percentuali (da 5,2 a gennaio), il calo è stato concentrato nelle aree meno densamente popolate.
Dai dati emersi dalla ricerca sulle dinamiche del mercato immobiliare italiano in relazione alle caratteristiche energetiche degli edifici, effettuata dall’Enea è evidente che nel 2016 la promozione di edifici a basso consumo energetico è diventata una leva interessante per il mercato immobiliare, ma molto deve essere ancora fatto.
La ricerca ha tenuto conto del numero, la tipologia e la classe energetica degli immobili interessati dalle transazioni immobiliari gestiti da oltre 500 agenti immobiliari nel 2016.
Anche la Commissione Europea considera la classe energetica un punto chiave per il raggiungimento degli obiettivi ambientali che l’UE si è data nel medio e lungo periodo. Lo conferma il Winter Energy Package che contiene un certo numero di proposte normative per il settore energetico e in cui trova ampio spazio l’elaborazione di una strategia per il raggiungimento di un buon numero di edifici a impatto zero entro il 2050 e la proposta di revisione delle direttive sull’efficienza energetica degli edifici esistenti.
Anche se nel il 2016 i dati delle compravendite immobiliari residenziali presentano ancora una netta dominanza degli edifici in classe G, la percentuale di edifici appartenenti alle prime tre classi energetiche (A+,A e B) è aumentata rispetto all’anno precedente, con valori che variano tra il 3% e il 7% a seconda della tipologia di immobile.
In leggera discesa il peso degli immobili di pregio in classe A+, A e B che, nel 2015, pesavano per un 15% sul totale delle vendite, mentre nel 2016 sono scese al 14%. Sempre molto critica la situazione degli edifici storici a causa della difficoltà di eseguire interventi di adeguamento e degli edifici popolari di estrema periferia. La situazione degli immobili nelle zone semi centrali e periferiche è invece migliorata. Poco più dell’11% degli edifici ristrutturati, ricade nelle prime tre classi energetiche, in continuità con l’anno precedente. Mentre rimane ovviamente molto critica la situazione degli immobili da ristrutturare di cui il 90% ricade nelle classi G o F.
Gli edifici nuovi in classe energetica elevata sono passati dal 50% del 2015 al 60%del 2016,confermando l’aumento della consapevolezza del valore e della ricaduta economica positiva che comporta l’acquisto di una casa in classe energetica elevata.
E’ cresciuta la sensibilità a percepire i vantaggi ambientali ed economici degli edifici in classe energetica elevata, ma i prezzi alti spesso indirizzano l’acquirente finale su altre case a minor classe energetica.
Ai fini dell’aumento di questa consapevolezza, una cosa molto utile sarebbe quella di rendere l’APE uno strumento che permetta a chi sta valutando l’acquisto di una casa di capire quali saranno i suoi consumi energetici reali nel momento in cui andrà ad abitare nell’immobile acquistato. Inoltre si potrebbero elencare e spiegare tutte le caratteristiche strettamente connesse all’APE come l’isolamento termico, gli infissi e le eventuali fonti di energia alternativa.
E’ fondamentale quindi rivolgersi ad uno studio professionale serio come Purarchitettura che sia in grado di redigere un APE “reale” preceduto da un’attenta diagnosi energetica dell’edificio. Spesso capita di vedere APE che non rispecchiano lo stato dei luoghi, non fornendo così al cliente uno strumento efficace per poter scegliere l’abitazione da acquistare.