Nel sud della città francese di Arles si trova un ex officina di riparazione ferroviaria che è diventata l’atelier Luma, un laboratorio che unisce design, arte e architettura per affrontare la crisi climatica. Questo spazio è stato creato all’interno di Luma Arles, un vasto campus artistico contemporaneo voluto dalla collezionista svizzera Maja Hoffmann. L’atelier si propone di promuovere il concetto di “Bio-Regional Design”, un’approccio che utilizza materiali locali e biologici per la costruzione al fine di ridurre l’impatto ambientale.
L’atelier Luma rappresenta una sorta di laboratorio vivente in cui vengono testate e sviluppate soluzioni innovative per l’architettura sostenibile. Gli esperti provenienti da diverse discipline, come il design del prodotto, la chimica, la sociologia, la biologia, l’economia e l’ingegneria, collaborano per esplorare le risorse locali, le industrie e i prodotti di scarto della regione. Utilizzando i finanziamenti di Hoffmann e un approccio senza restrizioni, il team ha sviluppato una serie di materiali sperimentali che vengono utilizzati per la costruzione degli edifici stessi.
I materiali utilizzati includono alghe, argilla, paglia di riso e sale proveniente dalle paludi della regione. Ad esempio, le alghe vengono utilizzate per produrre bio-plastica, mentre la paglia di riso viene trasformata in isolanti termici. Porte antibatteriche sono realizzate con sale, e i pavimenti sono fatti con mattoni di terra compressa. Ogni materiale utilizzato è il risultato di un’attenta ricerca e di test approfonditi per garantire la sua idoneità e sicurezza. L’obiettivo dell’atelier è quello di promuovere l’uso di materiali locali e sostenibili nell’architettura, in contrasto con le catene di approvvigionamento globalizzate ed estrattive. L’approccio bio-regionale favorisce la rigenerazione dell’ambiente e vede l’utilizzo dei rifiuti come opportunità per creare nuovi prodotti e soluzioni. L’atelier Luma si presenta come un laboratorio in continua evoluzione, dove nuove idee e materiali vengono costantemente testati e sviluppati.
Oltre alla sperimentazione dei materiali, l’atelier Luma si impegna anche in progetti internazionali, applicando i principi bioregionali a diverse contestualizzazioni. Collaborazioni con partner esterni includono la creazione di scarpe senza colla in Egitto e la progettazione di sistemi di climatizzazione naturale negli Emirati Arabi Uniti. Nonostante i progressi compiuti dall’atelier Luma, resta la sfida di influenzare l’industria manifatturiera su larga scala. Mentre i prodotti e i materiali sviluppati dall’atelier sono esposti e utilizzati all’interno del campus Luma Arles, l’obiettivo è quello di ampliare l’adozione di queste soluzioni oltre il contesto delle mostre d’arte e dei prodotti di lusso su misura. Si spera che, grazie al sostegno di Hoffmann e alla consulenza fornita dall’atelier, si possano sviluppare progetti abitativi sociali sostenibili e istituti di formazione per una nuova generazione di bio-costruttori.
Nonostante le sfide, l’atelier Luma rappresenta una pietra miliare nell’architettura sostenibile, dimostrando che è possibile adottare un approccio locale e biologico alla costruzione. Con la sua filosofia di utilizzare materiali locali e di consentire alle persone e alle idee di viaggiare, l’atelier Luma si pone come un esempio di come il design e l’architettura possono contribuire a mitigare la crisi climatica.
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