Carlo Scarpa e Sekiya Masaaki: l’opera dell’architetto italiano emerge e si mescola al variegato mondo del fotografo giapponese, fatto naturalmente di architettura ma anche di altre attività, come la promozione di talenti fotografici. La mostra raccoglie 85 fotografie, 54 a colori e 31 in bianco e nero, e si articola in quattro sezioni, distribuite nei vari piani di Ca’ Scarpa, spazio recentemente restaurato dall’architetto Tobia Scarpa a partire da una chiesa monastica che sorgeva proprio nel cuore della città di Treviso. Qui una grande struttura metallica, già presente all’interno dell’edificio, è stata recuperata e riutilizzata per suddividere il volume interno in quattro piani, uguali e indipendenti, serviti da una nuova scala sospesa.

La prima sezione, al piano terra, raccoglie grandi immagini che rappresentano l’attività di Sekiya Masaaki come promotore di fotografi di talento. La grande scala funge da elemento di stacco e di separazione tra sezioni diverse e successive. Nella seconda sezione è allestita una selezione di scatti del suo primo lavoro fotografico, nella terza sezione invece è dedicata al lavoro più completo e importante dell’intera carriera di Sekiya in quest’ambito. Gli ultimi due piani, in cui si snoda la quarta sezione dell’esposizione, sono invece dedicati all’opera di Carlo Scarpa, il lavoro che ha impegnato Sekiya fino alla morte (avvenuta nel 2002) quindi incompiuto e frammentario.

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